SERIGNE MOUHAMADOU MOUSTAPHA MBACKE

Khalif dal 1927 al 1945
Il potere coloniale decise di riportare Cheikh Ahmadou BAMBA in Senegal, si trovò di fronte a un riconoscimento del fallimento del suo tentativo di liquidare lo Cheikh e le sue idee. Ma non per questo ha disarmato: la lotta è stata trasposta sul piano culturale. La sua nuova strategia era quella di impegnarsi a cancellare dalla memoria del popolo, anche la memoria di Cheikh Ahmadou BAMBA attraverso la scolarizzazione dei bambini il cui lavaggio del cervello, lo sradicamento culturale e l’europeizzazione sarebbero stati abilmente pianificati per assimilazione ai costumi occidentali. Secondo gli auspici del Potere Coloniale, Quando, stanco della guerra, al termine di un doloroso ed iniquo esilio nell’Africa Centrale,
Il Mouridismo sarebbe crollato da solo non appena il suo fondatore sarebbe morto, minato dai dissensi che inevitabilmente sorgeranno, egli crede, dalle dispute di successione, ma anche dalle seduzioni della vita materiale che offre.
Tutte queste speranze sarebbero poi crollate miseramente perché Cheikh Ahmadou BAMBA avrebbe lasciato un discendente di Valiant Paladins of Islam che si sono tutti distinti nella difesa e nella propagazione dell’opera del fondatore del Mouridismo.
Il primo di loro, Cheikh Mouhammadou Moustapha MBACKE, si distingue per incommensurabile coraggio, straordinaria intelligenza, immense qualità di unificatore, organizzatore, costruttore, che hanno trovato la loro piena espressione nel contesto particolarmente duro dell’era coloniale, in uno dei suoi periodi più tragici: tra le due guerre.
Questo coraggioso Cavaliere dell’Islam che avrebbe preso e portato in alto la fiaccola accesa dal suo illustre padre, nacque nel 1888 a Darou Salam, da una madre lei stessa di una numerosa famiglia di studiosi, Sokhna Aminata LO. Sarà suo zio materno, Serigne Ndame Abdou Rahmane LÔ, grande compagno di suo padre, che si occuperà della sua iniziazione al Corano, mentre Mame Thierno Birahim MBACKE, fratello minore dello sceicco, ne assicurerà a sua volta la formazione nelle questioni teologiche.
Successivamente, suo padre, lo stesso sceicco, sarà incaricato di guidare i suoi passi nei misteri dell’addestramento mistico. Mai uno studente è stato così dotato. Eccellerà a tal punto che suo padre lo designerà come successore con la missione di rafforzare la coesione della Comunità Mouride per farla prosperare, ma soprattutto la costruzione della Grande Moschea, per la sola gloria di Dio. . Forse non è superfluo dire che i contemporanei riferivano che il Padre gli mostrava vero affetto perché si aveva la sensazione che sapesse di aver investito bene la sua fiducia.
La prima opportunità che lo sceicco Mouhammadou Moustapha MBACKE ebbe per dimostrare di essere all’altezza delle aspettative di suo padre fu nel 1927, quando lo sceicco scomparve. La velocità e la rilevanza della sua reazione, il sangue freddo, la discrezione e il coraggio con cui fece trasferire l’illustre salma a Touba, nel contesto molto coercitivo del periodo coloniale, costringono ancora, oggi, l’ammirazione, quando sappiamo che non era facile all’epoca sfidare il Potere Bianco (seppellì il padre senza informare l’Amministrazione, soprattutto senza la sua autorizzazione) e incorrere nell’ira della sua ira. A dispetto degli evidenti rischi, eseguì le ultime volontà del padre: assicurare una sepoltura in tutto e per tutto conforme ai suoi desideri, secondo la procedura che lui stesso aveva indicato,
Un’altra manifestazione della sua piena capacità di svolgere il ruolo che gli era stato affidato dal padre fu il modo in cui pose fine alle inclinazioni alla dissidenza di alcuni Gran Sceicchi dopo la morte del Fondatore. Attraverso la sua aura personale e le sue qualità di grande unificatore, riuscì a radunare intorno a sé tutti i dignitari ei talibé. Per assicurare la coesione e la solidità della Comunità, scelse con intelligenza la via del dialogo e della concertazione.
n garantire che il suo corpo non sia macchiato, anche solo dal semplice sguardo di un membro dell’amministrazione coloniale.
Un’altra manifestazione della sua piena capacità di svolgere il ruolo che gli era stato affidato dal padre fu il modo in cui pose fine alle inclinazioni alla dissidenza di alcuni Gran Sceicchi dopo la morte del Fondatore. Attraverso la sua aura personale e le sue qualità di grande unificatore, riuscì a radunare intorno a sé tutti i dignitari ei talibé. Per assicurare la coesione e la solidità della Comunità, scelse con intelligenza la via del dialogo e della concertazione.
Prima con i suoi fratelli e sorelle: sebbene fosse il primogenito ed erede di Serigne TOUBA, quindi l’unico maestro, autorizzato a decidere sovranamente con la certezza di ottenere la stretta obbedienza dei suoi cadetti che vedevano in lui il loro venerato Padre, preferì, in ogni cosa, consultarli per tener conto, molto da vicino, delle loro opinioni. Del resto è risaputo che venerava i suoi fratelli e le sue sorelle, che del resto amava, perché anch’egli vedeva in ciascuno di loro il suo illustre Padre. Su questa questione del suo rapporto con i suoi cadetti, la testimonianza di Sokhna Maïmouna MBACKE la più giovane dello sceicco è particolarmente edificante. Infatti le piaceva spesso raccontare che, giovanissima, mentre era ancora in vita il loro venerato padre,
Aveva notato in lui uno zelo e una devozione che spesso arrivavano al punto di offrire loro i suoi vestiti per asciugarsi le mani dopo i pasti. Finì per dire ai suoi fratelli: “Quanto è buono questo talibé di nostro padre! »
– Poi con gli Sceicchi e altri Dignitari del Mouridismo: seguendo l’esempio del Padre, mostrò grande considerazione, grande rispetto per gli Sceicchi e per tutti i Dignitari. Non mancava mai di seguire i loro consigli ogni volta che si trattava di questioni importanti riguardanti il futuro della Comunità. Ha conferito loro alcune prerogative destinate ad accrescere e rafforzare questa Comunità. Come suo Padre, ha creato per loro i Daara, veri poli di sviluppo dove, oltre all’insegnamento del Corano e della liturgia, il lavoro produttivo è elevato al rango di vero sacerdozio. Così, per dotare gli sceicchi, dovette fondare molti villaggi di cui possiamo, per dovere di cronaca, citare alcuni dei più noti: Tindody, Taïf, Naïdé, Darou Naïm, Kaél, Bayla.
È forse utile ricordare che Taïf e Bayla hanno la particolarità che la loro produzione è stata esclusivamente dedicata al finanziamento di grandi progetti come la Grande Moschea e la ferrovia Diourbel – Touba. In quanto tali, questi daara prefigurano il Khelcome di Serigne Saliou il cui unico obiettivo, per quanto riguarda il reddito che genera, è finanziare il lavoro di Serigne Touba.
– Infine con il resto degli Uma: per tutta la vita si è adoperato per stringere stretti legami di fratellanza e collaborazione con altri capi religiosi, non solo senegalesi ma anche di Paesi vicini come la Mauritania. Si sa che Seydou Nourou TALL, rappresentante della famiglia Omar, lo visitava spesso e che doveva ricevere a Touba il re di TRARZA venuto dalla nativa Mauritania per visitare suo fratello nell’Islam.
Anche con l’Amministrazione Coloniale riuscì a stabilire buoni rapporti a tal punto che lo stesso Governatore Generale dell’AOF fu suo ospite a TOUBA per tre giorni.
Il più grande successo da attribuire a Cheikh Mouhammadou Moustapha è, senza dubbio, la costruzione della Grande Moschea di TOUBA.
Era un progetto così caro a Cheikh Ahmadou BAMBA che ne disse lui stesso, molto prima della sua costruzione:
“Il Signore mi ha onorato per l’eternità con un edificio indistruttibile che salirà fino al Paradiso. »
A quanti, vicini o lontani, hanno avuto la fortuna di collaborare o partecipare all’erezione dell’opera, lo Sceicco ha formulato le seguenti preghiere:
» Assolti i volontari che costruirono il così alto edificio della mia residenza, la Città Benedetta di TOUBA, dai loro peccati del passato e del futuro; assolveva dai peccati iniziali e finali tutti coloro che avevano l’incarico di programmare i lavori dell’edificio. »
Assolto anche tutti coloro che sono venuti in loro aiuto in questo edificio che, per la Tua Gloria, è stato eretto – Oh! quanto maestoso – dei loro peccati prima e dopo. »
Va ricordato che Cheikhoul Khadim aveva affidato agli uomini solo la missione di costruire la Moschea con il nobile intento di aprire loro la via della redenzione. Questa moschea è un disegno di Dio e lo sceicco, nella sua esortazione ai talibé a partecipare alla sua costruzione, non ha mancato di avvertire:
Se lo intraprendi, Dio sarà glorificato, ma in caso di rinuncia, Dio manderebbe degli esseri per realizzarlo. »
Quando venne il momento, lo sceicco Mouhammadou Moustapha si impegnò a realizzare il desiderio di suo padre. Poi, davanti a lui, si ergevano una serie di ostacoli e agguati, uno più difficile dell’altro. Ma, con coraggio, caparbietà, determinazione, riuscì ad abbatterli uno dopo l’altro.
Quando, venerdì 17 dhul – qi da 1530 H (4 marzo 1932), procedette alla posa della prima pietra dell’edificio alla presenza dei Dignitari del Mouridismo e di una folla di Talebé entusiasti, quali ostacoli dovette abbattere per arrivare a questo giorno e al suo splendore.
Dovette lottare duramente per ottenere la registrazione del terreno su cui realizzare i lavori e l’autorizzazione a costruire.
Allora il Potere Coloniale gli impose una condizione che, nella sua logica, dovrebbe significare l’arresto ponendo definitivamente fine al progetto. Si trattava, né più né meno, della posa di 50 km di ferrovia, da Diourbel a Touba per trasportare il materiale pesante necessario all’azienda. Negli standard, solo un governo o una società potente potrebbe affrontare una simile sfida. Fu resa dei conti senza la determinazione dello sceicco Mouhammadou Moustapha: in un periodo di gran lunga inferiore a quello stanziato dal Potere Coloniale e con le sole risorse (umane e finanziarie) della Comunità Mouride, il lavoro fu svolto.
Infine, dovette sventare le manovre fraudolente di un certo Pierre TAIILERIE, amministratore coloniale che aveva assunto il ruolo di appaltatore per aggiudicarsi l’appalto per la costruzione della Grande Moschea. Molto rapidamente, è emerso che si trattava di un truffatore che credeva di poter arricchirsi senza rischi scommettendo sull’ignoranza dei diritti delle sue vittime e soprattutto sulla paura che avrebbe dovuto normalmente avere di trascinare un uomo bianco davanti alle giurisdizioni, sia coloniale e metropolitano.
Con la sua determinazione Cheikh Mouhammadou Moustapha ottenne la condanna di TAIILERIE. I lavori per la Grande Moschea ripresero con rinnovato vigore ei talebé continuarono a contendersi con ardore e sacrificio il successo dell’impresa.
Venerdì 7 giugno 1963, giorno dell’inaugurazione della Grande Moschea da parte dello sceicco Mouhammadou Falilou, degno successore dello sceicco Mouhammadou Moustapha, tutti i cuori all’unanimità hanno ricordato, con commozione, il primo Califfo di Khadimou Rassoul, scomparso il 13 luglio, 1945, quando l’edificio aveva già preso forma: le fondazioni erano state completate ei muri avevano raggiunto l’altezza di un terrazzo. L’immagine di un instancabile lavoratore, uno studioso con una perfetta conoscenza delle scienze coraniche e della lingua araba aleggiava sul pubblico.
Ricordiamo ancora la celebrazione del Primo Magal dopo Serigne Touba del 1928 (sulla scia del Fondatore che lo organizzò lui stesso), punto di partenza di una tradizione oggi saldamente radicata e divenuta uno degli eventi più importanti del panorama musulmano mondo.
Ovunque si guardi, a perdita d’occhio, tutto evoca la statura potente dello sceicco Mouhammadou Moustapha: è stato lui a fare di TOUBA la metropoli religiosa, la città santa, la capitale del Mouridismo che è diventata e a lui deve il suo primo pozzo che aveva installato presso NDAME. Fu lui a creare nei Mourides questo spiccato gusto per il lavoro, questa determinazione a vivere onestamente del frutto del suo lavoro e questo desiderio di vivere in perfetta conformità con gli insegnamenti dello sceicco. Non a caso, sotto la sua guida, Baol è diventato il principale produttore di arachidi. Egli stesso doveva essere decorato con la Medaglia al Merito Agricolo.
Nonostante la Depressione degli anni ’30 e gli effetti negativi della Seconda Guerra Mondiale sull’economia in generale, la regione di Mouride rimase ricca, prospera, irrimediabilmente radicata in una logica di lavoro, disciplina e fervore religioso, grazie all’insegnamento di Serigne Touba trasmesso di Cheikh Mouhammadou Moustapha. Ricordiamo che fu proprio lui che lo sceicco aveva incaricato di consegnare all’Amministrazione coloniale la somma di 500.000 franchi per contribuire al rialzo della moneta francese minacciata di crollo. Che bell’esempio di saggezza, superamento e generosità verso un sistema che però, come un nemico determinato, ha sempre cercato di danneggiare o danneggiare la Comunità e la sua Guida.
Non si può guardare la ringhiera di Touba, non si può meditare nella Sacra Moschea, non si può attraversare Darou Khoudosse il cuore di Touba senza evocare questa grande figura dell’Islam universale le cui giovani generazioni non conoscono attraverso le fotografie, che un volto pieno di gentilezza e serenità e tutto immerso nella luce di Serigne Touba con la testa avvolta in un turbante, tutte cose che corroborano le testimonianze dei suoi contemporanei che lo descrivono come un lavoratore instancabile, decisamente deviato dalla mondanità, solo preoccupato dei precetti dell’Islam e interamente devoto alla memoria del Padre suo. Ha supervisionato personalmente i lavori della Grande Moschea e non ha esitato, all’occasione, a dare una mano.
È quest’uomo rinomato per la sua correttezza, il suo senso dell’umanità e che non faceva differenza tra potenti e poveri che i talibé evocano ancora oggi designandolo affettuosamente e nostalgicamente con i soprannomi di Amdy o Ndiagne per alludere ai suoi capelli abbondanti.
Non c’è dubbio che la sua opera è approvata e che suo Padre è soddisfatto di lui, così come la sua santa discendenza ei suoi valorosi fratelli che, dopo di lui, seguendo il suo esempio, hanno portato alta la fiaccola trasmessa dal FONDATORE.


