SERIGNE MOUHAMADOU FADAL MBACKE

Khalif dal 1945 al 1968

Uno dei segni distintivi con cui si identifica il vero credente è la rassegnazione davanti ai decreti divini, per quanto crudeli possano sembrare. Così, quando il 13 luglio 1945, Cheikh Mamadou Moustapha si rallegrò dell’affetto della Comunità Mouride, fu con un dolore, certamente indescrivibile ma con una totale sottomissione alla volontà di Dio che l’intero paese visse l’evento. Suo fratello minore (di sei mesi), Cheikh Mouhammadou Fadilou è stato portato al Califfato perché la fiamma accesa da Khadimou Rassoul non poteva vacillare. Questo, la cui memoria è perpetuata dai suoi numerosi omonimi conosciuti con i nomi di battesimo di Gallas, Fallou o Fadel, avrebbe segnato il suo tempo.

Tutto in quest’uomo eccezionale, che chiamiamo affettuosamente e rispettosamente Cheikh Fallou o El Hadji Fallou, porta i segni di una santità indiscutibile. Prima la sua nascita avvenuta nel 1888 a Darou Salam. Infatti Serigne Fallou nacque esattamente la ventisettesima notte del mese lunare di Rajab. (ndeyi koor nel calendario locale), è la data dell’anniversario del viaggio notturno del Profeta (in compagnia dell’angelo Gabriele) da cui ha riportato il rito delle cinque preghiere, così fondamentale nell’Islam. Il Magal di Kazu Rajab, che segna il suo compleanno, è un evento ben noto, a cui partecipano centinaia di migliaia di ferventi talibé. Poi la reazione dello sceicco quando è stato informato di questa nascita. Avrebbe poi espresso con forza la sua gratitudine a Dio, concludendo che se questo nuovo arrivato non fosse apparso nella sua famiglia, si sarebbe messo a cercarlo, ovunque si trovasse. Infine il pellegrinaggio che compie alla Mecca. Le circostanze di questo soggiorno in terra araba furono tali che ebbe grandi difficoltà a tornare a TOUBA: la gente della Mecca non volle più separarsi da lui, avendo scoperto in lui una erudizione e una santità eccezionali. Già da bambino Serigne Fallou aveva cominciato a distinguersi come un essere eccezionale. Sua madre Soxna Awa BOUSSO appartiene a una famiglia di studiosi che diede diversi imam a TOUBA. È con sorprendente facilità che dall’età di otto anni iniziò ad apprendere il Corano, sotto la guida di Serigne Ndame Abdourahmane LO presso il daara chiamato Aalimun Xabiir, a circa cinque chilometri da Touba. Suo zio paterno Serigne Mame Mor Diarra è stato il suo insegnante nello studio della teologia. La sua formazione in Scienze Religiose fu completata dallo sceicco stesso, al suo ritorno dall’esilio. Va notato che buona parte di questa formazione si è svolta in Mauritania, a Saout El Maa (Khomack), dove lo sceicco era stato deportato e dove Serigne Fallou lo raggiunse in compagnia di Serigne Mouhammadou Moustapha MBACKE e Serigne Mor Rokhaya BOUSSO. Ancora oggi si evoca con ammirazione la vasta erudizione in arabo di Serigne Fallou, le sue doti di poeta e di eccezionale calligrafo. A lui sono attribuite circa quaranta copie del testo sacro, di cui ventotto furono offerte direttamente allo sceicco sotto forma di pio dono (adiya). Del resto, è con la stessa emozione che ancora oggi evochiamo la sua grande padronanza di questo testo alla cui lettura ha dedicato gran parte del suo tempo. Ciò non sorprende quando sai che ha imparato a padroneggiare l’arte del Tajwid con Serigne Mame Mor Diarra, prima e Serigne Mame Thierno Birahim MBACKE un altro fratello di suo padre, poi. Un altro punto culminante della sua personalità è la sua incommensurabile devozione, la sua incondizionata sottomissione allo sceicco che era lungi dal considerare come un padre ma piuttosto come la sua guida spirituale, il suo Maestro. Per comprendere questo attaccamento, questa sottomissione quasi indescrivibile, ricordiamo un evento avvenuto a Khomack. Una mattina, lo sceicco tenne al suo pubblico un discorso che si può riassumere così: “Non sono né il padre, né il fratello, né lo zio di nessuno di voi. Sono una creatura dedita al servizio esclusivo di Dio. Quelli di voi che hanno scelto di accompagnarmi in questo cammino che ho riabilitato, questi sono i miei figli, nipoti, fratelli e talibé. Serigne Fallou ei suoi fratelli fecero subito atto di fedeltà e, durante i quattro anni che durò il soggiorno mauritano, raddoppiarono il loro ardore nel loro apprendistato religioso, secondo le regole stabilite dallo sceicco. Da questo evento è scaturita una poesia che Serigne Fallou dedicò al suo Maestro e nella quale si legge in particolare: “La nostra speranza è in Te, Tu che ci hai aperto le porte della felicità. Ti vendo il mio rango di figlio per acquisire la gloria di essere il tuo talibé. E quando mi avrai dato questa gloria, ti chiederò di accettarla come un dono divino. Quando lo sceicco espresse il desiderio di erigere la Grande Moschea, Serigne Fallou si è buttato anima e corpo nell’impresa: i desideri, anche i più innocui dello sceicco, sono per lui ordini perentori. Così, nel 1926, mentre lo sceicco mobilitava le forze della sua comunità per la realizzazione del suo progetto, Serigne Fallou ebbe la felicità, dopo lunghe ricerche, di scoprire la cava di NDOCK, probabilmente per fornire i materiali per la costruzione del ‘ costruzione. I campioni che ha inviato a TOUBA hanno incontrato l’approvazione del Maestro che, in questa occasione, lo ha esortato a considerare, allo stesso modo del fratello maggiore Serigne Mamadou Moustapha, la costruzione della Moschea come una missione incomprimibile. Quando nel 1927 lo sceicco scomparve, Serigne Fallou, da buon talibé, trasferì tutta la sua devozione e il suo affetto al fratello maggiore, che era diventato il primo califfo. Per quanto fosse attento al minimo desiderio del Maestro, si mise al Servizio di Serigne Mouhammadou Moustapha, nel quale trovò peraltro il loro padre. È inoltre sul “ndigal” di Serigne Mouhammadou Moustapha, che compie il suo famoso pellegrinaggio alla Mecca. Doveva materializzare un progetto di Cheikh Ahmadou Bamba. In effetti, lo sceicco un giorno aveva espresso il desiderio di recarsi nei Luoghi Santi. Aveva anche designato i compagni con i quali desiderava fare questo pellegrinaggio. Questi beati erano Mame Cheikh Anta, Serigne Mbacké Bousso, El Hadji Mayoro Fall e Serigne Moulaye Bou (un moro). Dio decise diversamente e lo sceicco si unì al Paradiso prima che avesse il tempo di mettere in atto il suo progetto. Così, nel 1928, Serigne Mouhammadou Moustapha ha incaricato Serigne Fallou di realizzare il desiderio del padre, e con gli stessi compagni che aveva progettato. Le avventure di questo viaggio sono state così ricche di eventi, quasi miracolosi, che la comunità di Mouride non è lontana dal credere che Serigne Fallou sia in realtà una reincarnazione di Serigne Touba. Nel 1945, Serigne Fallou, che era diventato il secondo califfo, si dedicò anima e corpo a continuare i lavori della Grande Moschea. Ebbe il segnale di felicità, il 7 giugno 1963, di procedere all’inaugurazione e dirigere lì la prima preghiera. Il suo califfato è ancora oggi citato come un periodo particolarmente prospero per il Paese. Tutti i senegalesi, di tutte le fedi ed etnie, lo considerano un vero taumaturgo, un uomo che ha ricevuto dal Creatore il potere di compiere miracoli. Gli antichi ricordano che il suo avvento coincise con l’eradicazione dell’epidemia di peste che decimò il paese verso la fine della seconda guerra mondiale. La carestia che minacciava la popolazione finì e questo inaugurò un’era di prosperità economica, sicurezza alimentare e assenza di calamità significative. Le generazioni più giovani, che non hanno la felicità di averlo conosciuto, raccolgono testimonianze che lo descrivono come un nonno bonario, dalla generosità assolutamente indescrivibile, con il quale ogni disagio ha trovato soluzione. Non è stato il ricorso di tutti i senegalesi, qualunque sia la loro origine, contro gli abusi dell’Amministrazione? Perché è stato soprannominato « na am mu am, du am du am »? Gli è stato attribuito il dono di Dio di vedere tutte le preghiere che ha fatto diventare realtà, come se desse ordini agli elementi. Ci sono molti esempi per attestare questo dono. Quante volte ci sono state segnalazioni di contadini venuti a chiedere le sue preghiere per far scattare la pioggia in un momento in cui una pausa per la pioggia troppo lunga aveva cominciato a instillare ansia nei loro cuori? Ciò che seguì ogni volta è ancora vivo nella mente delle persone: una pioggia battente che costrinse i procacciatori a tornare al loro villaggio a triplo galoppo sotto la folata di vento, mentre, pochi istanti prima, nulla aveva previsto un simile sfogo. Molte persone vivono nella convinzione che basti invocare Serigne Fallou chiamandolo con le sue sette volte, per ottenere l’esaudimento dei suoi desideri. In ogni caso, il ricordo del figlio maggiore, soprannominato Serigne Modou Bousso Dieng è ancora vivo nei nostri ricordi. Ha ereditato dal padre l’appellativo « na am mu am, du am du am »: ha dimostrato più e più volte che bastava esprimere un desiderio per vederlo realizzato. Quindi non sorprenderti se ti viene detto che Serigne Fallou aveva il potere di parlare agli animali. A questo proposito i suoi contemporanei riferiscono un fatto certamente sorprendente, ma molto edificante. Un giorno vennero dei talibé a lamentarsi con lui di un cavallo ribelle, per colpa del quale la semina di un campo che aveva loro affidato era stata gravemente ritardata. L’animale, infatti, si era mostrato particolarmente riluttante a trainare la seminatrice alla quale era stato agganciato. Il marabutto lo chiamò e, presolo per le briglie, gli rivolse questa arringa: “Non ti vergogni? Dove nessuno vuole essere da meno per conquistare le grazie di Serigne Touba, voi che avete la possibilità di mettervi in ​​gioco, rifiutate di dare il vostro sostegno! Mi fai davvero male! Vi compatisco ! I testimoni attoniti videro il cavallo abbassare la testa, piegare le orecchie e versare calde lacrime di pentimento. Era ormai quasi impossibile riportarlo a casa al termine di una giornata di lavoro: preso da un ardore inestinguibile, si rifiutò di smettere di lavorare quando, al tramonto, i talibé esausti pensavano solo a tornare alle loro case. Questa guida carismatica ha lasciato il ricordo di un uomo cordiale, dotato di un grande senso di umanità e particolarmente dotato nel trovare la parola giusta destinata a rilassare l’atmosfera e mettere a proprio agio i suoi interlocutori. Quante volte ha tirato fuori dai guai persone sul punto di vivere gli orrori della reclusione, non per garantire l’impunità ai delinquenti ma per dare una seconda possibilità ai cittadini che, pur di avere una volta inciampato, non hanno, per tutti che diventano irrecuperabili per la società? Sotto il suo magistero, la città di TOUBA conobbe uno sviluppo molto significativo. Procedette infatti alla lottizzazione e all’elettrificazione della città migliorando le infrastrutture esistenti. Ha pavimentato le strade e installato un primo pozzo a Darou Manan per l’approvvigionamento idrico. La Grande Moschea porta il suo segno indelebile: gli deve i cinque maestosi minareti che la delimitano per chilometri e il più grande dei quali è chiamato Lamp Fall, in omaggio allo sceicco Ibra FALL, il fondatore della Baye Fall Brotherhood. Seguendo l’esempio del suo Maestro e di Serigne Mouhammadou Moustapha, il primo califfo, anche lui dovette creare villaggi molto prosperi – Daara, di cui conserveremo: Ndindy, Madinatou Salam, Alia Mbepp, Touba Bogo. Questi daara erano spesso supervisionati da ex talibé di Serigne Touba. Da notare che i proventi generati da queste operazioni servivano a finanziare la costruzione della Moschea o per soccorrere i talebé in difficoltà o per mantenere i numerosi mori che lo sceicco riportò dal suo soggiorno a Khomack. Questo essere eccezionale ci ha lasciato nel 1968 per entrare, ne siamo convinti, nelle file dei Beati Combattenti di Bedr. Da dove otteniamo tale convinzione? Dalla relazione di un evento, autenticato dall’indiscutibile credibilità dei testimoni oculari. Si dice infatti che uno dei vecchi discepoli dello sceicco avesse preso la sfortunata abitudine di rivendicare la sua età ogni volta che parlava con Serigne Fallou. Non era raro, ogni volta che evocava un evento antico, sentirlo dire, con una punta di ironia, al Califfo: « Evidentemente sei troppo giovane per ricordartelo… stava accadendo, non eri ancora nato …Certo, tu sei il Califfo, ma io sono il più anziano per età…” Chi conosce Serigne Fallou sa che si muoveva con una leggera zoppia, di cui nessuno del resto non conosce la causa. Un giorno, mentre il vecchio talibé, come di consueto, stava esponendo la sua rispettabile età rispetto all’estrema giovinezza del Califfo, quest’ultimo, esasperato, ribatté: « Dov’eri, tu che così vecchio, quando nella battaglia di Bedr, ricevetti questa ferita alla gamba? E, adattando l’azione alla parola davanti a un pubblico sbalordito, ha mostrato una cicatrice sulla gamba. Nessuno, nemmeno chi lo ha visto nascere, ricorda che Serigne Fallou si è mai fatto male a una gamba in tutta la sua vita. Cosa dovremmo concludere da questo?